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martedì 18 settembre 2012

Risanamento ambientale, modello siciliano



CATANIA - Il modello da seguire e da estendere a tutta l’Italia ed all’estero è lo studio e le attività che riguardano il risanamento ambientale dei siti contaminati in Sicilia e le aree ad elevato rischio di crisi ambientale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già riconosciuto l’importanza di tale studio, tanto che esporterà il modello siciliano in Cina ed in Kazakistan. A dare supporto al riconoscimento dell’OMS è il Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente. Il direttore dello Sportello unico per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, Agenda 21 e Amianto della Regione Siciliana, Antonino Cuspilici, infatti, è stato invitato a presentare l’esperienza siciliana in occasione dell’evento “L’impatto sulla salute dei siti contaminati: il Progetto Sentieri” che si svolgerà martedì prossimo (18 settembre) a Roma. Alla presenza dei ministri Renato Balduzzi (Salute) e Corrado Clini (Ambiente), Cuspilici illustrerà “Lo studio delle aree a rischio ambientale e dei siti contaminati a livello regionale: l’esperienza della Sicilia” portato avanti negli anni sotto il coordinamento dell’Oms e con la collaborazione degli Atenei di Palermo, Messina e Catania e del Cnr di Catania.

Quasi sessanta sono i Siti in Italia che attirano l’interesse nazionale per le bonifiche ambientali e la maggior parte è stata oggetto dello studio “Sentieri”, un’indagine multi istituzionale e multi disciplinare coordinata dall’ISS che ha analizzato il profilo di mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di tali aree.

Marco Martuzzi, programme manager dell’Oms ha spiegato che il Piano di lavoro programmato è in corso di svolgimento in Sicilia e “l’Oms ha deciso di esportarlo come modello in Asia ed in Kazakistan; un piano di lavoro che prevede analisi sanitarie con relativa mappatura regionale e azioni di monitoraggio ambientale comprensive delle bonifiche. In Sicilia è in corso un’analisi della mortalità delle 3 aree industrializzate grazie ai dati forniti dall’ISS aggiornati al 2009 che sarà ulteriormente implementato con i dati relativi ai ricoveri ospedalieri” . E il caso amianto è ancora aperto con un Piano amianto regionale che prevede l’elaborazione del Catasto dell’amianto in tutta la Regione "con particolare riferimento alle tre aree a rischio per l’eliminazione e la bonifica grazie ad uno stanziamento di 334 mila euro – aggiunge Cuspilici -, grazie alla collaborazione tra OMS e ISS stiamo allargando il raggio di azione anche al sito di Biancavilla nel Catanese, con una campagna di studi nel sito di interesse nazionale visto l'elevato numero di casi di tumori causati dalla localizzazione del mesotelioma nel tessuto polmonare associato all'esposizione all'amianto, e nella zona industriale di Termini Imerese nel Palermitano”.

Connessione ambiente e alimentazione, si sta valutando. Il Cnr di Catania ha installato due deposimetri per la rilevazione di metalli pesanti, diossine e composti organici clorurati contenuti nelle deposizioni atmosferiche nella zona di Archi in provincia di Messina, altri saranno installati nell’area a rischio della Valle del Mela, a Gela e nel Siracusano. “Ma lo Sportello unico regionale – prosegue Cuspilici -, è già intervenuto nel campo del risanamento ambientale con la pubblicazione dei decreti sulle polveri sottili e sulle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno, mentre un terzo riguarderà l’inquinamento elettromagnetico”. La collaborazione con Ancitel ha permesso a 10 Comuni delle Aree a rischio su 16 di ottenere la certificazione ambientale. E si punta al rilancio economico delle 3 aree industrializzate e a contributi per l’acquisto di auto elettriche da parte degli enti locali”.

(fonte qds.it)

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