Il decreto Balduzzi attende la sua ultima tappa. La firma del Capo dello Stato che precederà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma ancora non è stato reso noto il testo definitivo del decreto, sul quale si attendono diverse limature rispetto a quello entrato nel Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso.
Tuttavia le parti “hard” del testo, quelle sulle cure primarie e l’intramoenia, dovrebbero restare così come sono.
In ogni caso il percorso parlamentare non si prospetta facile. Tra toni di guerra e note più mansuete, il coro politico è però unanime nel dire che “servono modifiche e integrazioni”. Al momento, infatti, gli unici a plaudire senza riserve al decreto sono i medici della Fimmg, i pediatri e il Sumai che restano gli alfieri del provvedimento dal quale sperano derivi una nuova e più robusta stagione negoziale per le loro convenzioni.
In questo quadro non va poi dimenticato il convitato di pietra regionale che, pur non sedendo tra i banchi delle Camere, ha già fatto sentire la propria voce prima e dopo l’approvazione del decreto.
Alle regioni il provvedimento non è andato giù. Nel merito e nel metodo e pesa il fatto che si stia affrontando una riforma del genere prima di aver sciolto il nodo del Patto per la Salute e della sostenibilità del Ssn alla luce dei tagli del decreto Tremonti, che ormai sono prossimi allo scatto, e di quelli della spending review.
(fonte quotidianosanita)
0 commenti:
Posta un commento