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martedì 25 settembre 2012

Gli emendamenti proposti dallo SMI al decreto Balduzzi

Avviati i primi incontri con i partiti politici con Pdl e Idv. Mercoledì previsti gli incontri con Pd e Udc.


ROMA - Sono in corso dalla settimana scorsa diversi incontri tra il Sindacato dei Medici Italiani (SMI) e le forze politiche per discutere del cosiddetto Decreto Balduzzi e presentare eventuali emendamenti al testo nell’iter di conversione in legge. Il sindacato ha approvato un documento politico che analizza il provvedimento e che avanza diverse proposte di modifica.
Lo SMI ha già avuto un confronto con i senatori, Stefano De Lillo, Raffaele Calabrò del Pdl e Felice Belisario del Idv. Mercoledì prossimo l’appuntamento è con i responsabili nazionali Sanità del Pd, l’onorevole Paolo Fontanelli e dell’Udc, il senatore Claudio Gustavino. Intanto la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha chiesto, anche, allo SMI una memoria sul decreto.

DOCUMENTO POLITICO SMI SU DECRETO BALDUZZI

PREMESSA
Se doveva rappresentare la riforma ter del SSN, il decreto ha fallito. Se rappresenta il cuore del patto della salute prossimo venturo, come più volte dichiarato dal Ministro Balduzzi, è legittimo avanzare forti timori per il futuro della sanità nel nostro Paese.
E poi, tanta urgenza per ventilati cambiamenti non rinviabili che tali non sono!

RIORGANIZZAZIONE CURE PRIMARIE
La grande rivoluzione delle cure primarie e dell’H24 non è avvenuta: l’art.1 del decreto è una riscrittura, piuttosto semplicistica, esempio incontrovertibile di mille mediazioni, di quanto già presente nei vigenti accordi della medicina generale, della pediatria e della specialistica. L’ulteriore rinvio agli accordi nazionali, regionali e aziendali dei medici del territorio, in tempi incerti e lontani, nega la volontà espressa di voler implementare quell’assistenza territoriale necessaria a ridurre la ospedalizzazione impropria.
Sempre all’art. 1 comma d) un’ulteriore prova di inefficacia del provvedimento: si parla di accesso al ruolo unico senza che esso venga definito; la lettura del testo rimanda indietro, nella storia degli ACN della medicina generale, alla graduatoria unica, con i settori che accedono singolarmente alla specifica convenzione. Il ruolo unico e l’accesso unico sono da intendersi come superamento dei settori, unica convenzione a tempo pieno e attribuzione delle funzioni disciplinate dall’ACN. Ma di questo non vi è traccia.
Ancor più inopportuna, se non iniqua, la cancellazione della norma sul passaggio a dipendenza dei medici del servizio 118, presente nei testi precedenti del decreto. Come si colloca questo profilo professionale all’interno del ruolo unico e della riorganizzazione delle cure primarie? Come si sanano le incongruenze operative determinate dallo svolgimento delle attività all’interno del DEA a fianco dei dirigenti medici, con diverse tutele giuridiche e trattamenti economici? I medici convenzionati del 118 necessitano del riconoscimento della specificità professionali fuori dal rapporto convenzionale, che li condanna a una deriva come figure residuali, per beneficiare, al pari di molti altri colleghi nel recente passato, delle previsioni del vigente e famoso art. 8 1 bis che tuttavia necessita di una riscrittura che tolga la discrezionalità regionale nell’avvio delle procedure necessarie al percorso di inquadramento nei ruoli della dirigenza medica.

Per la riorganizzazione delle cure primarie, è necessario prevedere stanziamenti adeguati e tempi certi, anche in considerazione dei provvedimenti di tagli avanzati dall’Esecutivo (spending review) e della necessaria razionalizzazione della rete ospedaliera e del potenziamento dei servizi nel territorio. Un progetto organico e modulato, evitando che si vada in ordine sparso e a diverse velocità (vedi sud e nord del Paese e realtà con i Piani di Rientro).
Chiarire, innanzitutto, come si costruisce l’integrazione per la definizione delle forme associative che devono portare alla continuità dell’assistenza. I soggetti interessati sono i medici di assistenza primaria, di continuità assistenziale, del 118, dei servizi, i pediatri e gli specialisti ambulatoriali. Irrazionale e controproducente lasciare nel decreto spazi alle Regioni per avviare sperimentazioni pericolose come quelle che vedono l’eliminazione della guardia medica e l’attribuzione di quelle competenze al 118. Da precisare in modo netto il rapporto con la rete degli studi dei medici ora presente in modo capillare sul territorio e che è uno snodo fondamentale per la sanità di prossimità e come risposta alle sfide dell’invecchiamento della popolazione e della cronicità.

Le proposte, in sintesi per integrare e modificare diversi aspetti del Decreto.
Per quanto riguarda la medicina generale vogliamo ribadire la necessità che si introduca nel decreto, oltre al ruolo unico, il tempo pieno. Questo è lo snodo strategico per evitare che si creino sacche di precariato e di incertezza professionale. Ed è la premessa per la valorizzazione delle guardie mediche, un’area vasta di medici che garantisce attualmente l’h24, insieme al 118, e che opera in condizioni di disagio, di insicurezza e di insufficienti garanzie lavorative.
Per il 118 si deve rintrodurre il passaggio a dipendenza di tutti quei medici che sono convenzionati. Allo stesso tempo, chiediamo che si prevedano posti riservati nelle scuole di specializzazione di emergenza-urgenza o Master specifici per i medici 118, che al momento ne sono esclusi. Infine la stabilizzazione dei precari operanti nel sistema
La specialistica ambulatoriale deve essere adeguatamente potenziata perché altrimenti non ha senso parlare di diagnostica nelle aggregazioni funzionali o strutturali che dovrebbero garantire la continuità dell’assistenza.
Sulla pediatria di libera scelta si deve considerare l’esiguo numero di medici del settore e la scarsa offerta formativa. La proposta è quella di prevedere una programmazione sufficiente nella formazione di nuovi Pediatri, introdurre il ruolo unico specialistico Pediatrico Territorio – Ospedale.

RIASSUMENDO. Sul tempo pieno, si gioca quindi la vera partita della riorganizzazione delle cure primarie, è il motore di un processo che consente, insieme al ruolo e all'accesso unico, prima l'integrazione, e quindi una continuità dell'assistenza di qualità, con la valorizzazione di tutte le figure professionali interessate (specialisti, pediatri, 118, guardia medica e medici di famiglia). Ed è in questo contesto, che il sopra citato passaggio alla dipendenza dei convenzionati del 118, potrà facilitare la messa in rete dei servizi che costituiscono il complesso Sistema dell’Emergenza Sanitaria, partendo dal presupposto che l'emergenza sanitaria pre-ospedaliera sia parte integrante del dipartimento di Emergenza ed accettazione (DEA). 

DIRIGENZA MEDICA E NON SOLO
La grande bagarre sull’intramoenia, in particolare nella forma “allargata” viene liquidata con l’inasprimento dei controlli, resi possibili dalla informatizzazione del sistema. Di fatto l’intramoenia allargata sopravvive con buone speranze di lunga vita, ben conoscendo lo stato di reperimento degli spazi aziendali e di informatizzazione nella maggioranza delle ASL del Paese.
Affermare che la colpa lieve è esclusa in determinate fattispecie (art. 3 comma 1) fa ben sperare che si sia imboccata l’auspicata strada che porta alla depenalizzazione dell’atto medico. Ma non serve inserirlo in un decreto sulla sanità, pur apprezzandone il principio: occorre modificare il codice penale! Aspettiamo segnali incoraggianti dal ministro della giustizia e un’azione forte del ministro della salute in tal senso.
I medici temono per eventuali coinvolgimenti in accuse di colpa grave per le quali devono caricarsi di apposite assicurazioni che si preannunciano con forti rialzi di costi. Le previsioni dell’art. 3 non tutelano in nessuna delle due direzioni.
Sulla buona strada, infine , l’intento di “riequilibrare il rapporto tra indirizzo politico e gestione delle aziende sanitarie”. Ovvero il vecchio slogan sull'ingerenza della politica nella scelta dei dirigenti e nella gestione della cosa pubblica, trova, finalmente, una qualche soluzione. Concordiamo sulla necessità di individuare un soggetto indipendente che selezioni i manager e che le Commissioni esaminatrici siano composte anche da figure “terze”. Tuttavia, molte sono ancora gli aspetti da approfondire. 

 
LUCI E OMBRE
Queste sono le maggiori criticità rilevate. Non neghiamo che via siano anche aspetti lodevoli: la revisione del prontuario farmaceutico e la semplificazione di alcune procedure per la sperimentazione farmacologica, la razionalizzazione di alcuni enti pubblici e la definizione del contenzioso ONAOSI, il trasferimento al SSN delle funzioni di assistenza al personale navigante.
Per quest’ultimo punto ci auguriamo che i decreti attuativi previsti disciplinino in maniera puntuale anche le norme per il trasferimento del personale medico, per non ripetere le caleidoscopiche e, talora, conflittuali, soluzioni adottate dalle regioni per l’avvenuto analogo trasferimento delle competenze in tema di assistenza carceraria.

CONCLUSIONI
In questo decreto avremmo voluto trovare anche altro: socio-sanitario, integrazione ospedale-territorio, riforma delle professioni sanitarie e quant’altro era da rivedere alla luce dei cambiamenti legislativi ed economici intervenuti a distanza di oltre 25 anni dalla prima riforma del SSN.
Ci rendiamo conto che è una impresa ciclopica che confligge con i caratteri “dell’urgenza” invocati dal ministro (ma cosa c’è di così urgente in provvedimenti che produrranno effetti dopo il 2014?).
Ma almeno una cosa poteva essere fatta: una sistematizzazione delle varie norme, variamente e sistematicamente inserite in altre leggi e decreti, che negli anni hanno sostanzialmente modificato l’organizzazione strutturale del sistema sanitario e il rapporto di lavoro dei medici che quotidianamente, con il loro lavoro e quello degli altri professionisti della sanità, riescono miracolosamente a tenere in piedi ed efficiente il SSN.
LA SEGRETERIA NAZIONALE SMI

EMENDAMENTI SMI AL DL 13 settembre 2012, n°158
“DISPOSIZIONI URGENTI PER PROMUOVERE LO SVILUPPO DEL PAESE MEDIANTE UN PIU’ ALTO LIVELLO DI TUTELA DELLA SALUTE

ART 1 comma 1 lettera b bis
Sostituire da “organizzative mono professionali” a “rilevanza sanitaria” con “ di integrazione mono-professionale e multi-professionale attraverso la costituzione di AFT (aggregazioni funzionali mono professionali) e UCCP (aggregazioni strutturali multi professionali) per la presa in carico del paziente modulata su livelli di intensità assistenziale, appropriatezza delle cure, riorganizzazione dell’assistenza territoriale incentivando le forme evolute di aggregazione dei professionisti, promozione della sanità di iniziativa, valorizzazione dell’integrazione fra medici convenzionati e medici dirigenti istituzionalizzando tavoli aziendali e regionali di confronto per facilitare l’intero percorso di cura del paziente”
Razionale
Al fine di rendere flessibile, tenendo conto delle specificità territoriale ed aziendali, le organizzazioni delle cure primarie erogate in forma organizzata e al fine di preservare quanto già realizzato nelle regioni, in applicazione degli ACN della medicina generale con esiti già positivamente valutati.

ART 1 comma 1 lettera b bis
aggiungere ulteriore lettera b bis bis Nell’ambito dell’organizzazione distrettuale del servizio si individua nel distretto la sede territoriale di riferimento
Razionale
Al fine di evitare incongruenze tra modalità di erogazione di prestazioni di medicina generale previste in ambito distrettuale e frammentazione degli ambiti di scelta da parte dell’utente

ART 1 comma 1 lettera b quinques
dopo le parole “le regioni” cassare “possono provvedere” e inserire “provvedono”
Razionale
Al fine di garantire a tutti i medici operanti in forma aggregata le stesse disponibilità di risorse umane e strumentali senza costi aggiuntivi impropri per il medico di medicina generale 2

ART 1 comma 1 lettera h
dopo le parole “ruolo unico” inserire “, definito come accesso unico a tempo pieno”
Razionale
Al fine di avere un unico medico di MMG con un unico rapporto di lavoro superando così l’attuale frammentazione in settori, ciascuno con un proprio rapporto convenzionale del vigente ACN (continuità assistenziale, assistenza primaria, medicina dei servizi ed emergenza sanitaria territoriale) che possa garantire continuità assistenziale, organizzazione e gestione in particolare delle patologie croniche, prestazioni strumentali con il coordinamento informatico ed informativo

ART 1 Comma 1
Inserire lettera n “prevedere e disciplinare lo sviluppo del ICT (information and comunication technology) strumento dell’abbreviazione funzionale e strutturale all’interno del territorio e tra territorio e ospedale”
Razionale
Per portare a compimento la messa in rete territorio – ospedale e i professionisti della sanità tra loro nonché la dematerializzazione degli atti certificativi, prescrittivi e amministrativi di competenza.

ART 1 Comma 1
Inserire lettera o “prevedere e disciplinare i percorsi formativi dei professionisti inseriti nelle forma organizzative della medicina generale attraverso l’istituzione di percorsi formativi funzionali all’integrazione professionale e all’integrazione ospedale territorio, la rimodulazione dei percorsi formativi universitari e post universitari”
Razionale
Al fine di favorire la riorganizzazione delle cure territoriali con personale formato ad erogare le prestazioni di medicina generale e delle cure primarie in senso lato

ART 1 Comma 1
Inserire lettera p “prevedere che gli ACN e gli accordi integrativi regionali e aziendali procedano all’adeguamento del compenso economico anche in funzione dell’organizzazione mono e multi professionale”
Razionale
Al fine di rendere il trattamento economico di questa nuova figura di medico di medicina generale adeguato e coerente all’organizzazione assistenziale che le regioni individuano in applicazione della presente legge.

ART 1 Comma 1
Inserire lettera q “le regioni provvedono all’attuazione di quanto disposto all’ 8 comma 1 bis del DLvo 502/92 e s.m.i all’inquadramento nel ruolo della dirigenza medica dei medici convenzionati in servizio alla data della promulgazione della presente legge per l’attività dell’emergenza territoriale di cui al capo V del vigente ACN della medicina generale. 
Razionale
Al fine di rendere compiuto le procedure già avviate e in alcuni casi concluse in gran parte della regioni. L’instaurarsi di un rapporto di impiego nell’ambito del sistema integrato territorio-ospedale di Emergenza Sanitaria è finalizzato al miglioramento dei servizi nell’ambito di una coerenza organizzativa che richiede uno stesso stato giuridico per lo stesso lavoro nella stessa Azienda. Il passaggio alla dipendenza mira a facilitare l’integrazione dei servizi che costituiscono il complesso Sistema dell’Emergenza Sanitaria partendo dal presupposto che il sistema di emergenza sanitaria pre-ospedaliera sia parte integrante del dipartimento di Emergenza ed accettazione (DEA)

ART 1 Comma 1
Inserire lettera r “ai medici di medicina generale a rapporto orario sono garantite le tutele di cui al Dlg 66/2003 e s.m.i. in tema di tutela di orario di lavoro e lavoro notturno. Gli oneri economici derivanti dal presente comma sono a carico dell’ente previdenziale di appartenenza e non incidono sul bilancio dello Stato o della Regione”
Razionale
Il medico di medicina generale a rapporto orario svolge la sua attività prevalente in orario notturno e/o a turni. L’attuale normativa crea disparità di trattamento e di tutele previdenziali tra medici operanti nello stesso servizio (dirigenti medici vs. medici convenzionati).

ART. 3 comma 3 lettera c
dopo la parola “debbano” inserire “essere di durata almeno quinquennale e”; dopo la parola “polizza” inserire “esclusivamente”
Razionale
Attualmente le polizze sono stipulate con durata di solo 1 anno permettendo alle compagnie assicurative di disdire la polizza in caso di sinistro denunciato oltre a permettere una rivalutazione non concordata dei premi. Una durata quinquennale tutela il medico da questo comportamento vessatorio.


(fonte Medpress)

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