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domenica 11 novembre 2012

Sanità, i debiti ereditati dalla nuova giunta siciliana


Il fallimento di Massimo Russo nella relazione della Commissione Errori Sanità.Il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e disavanzi sanitari, l’onorevole Antonio Palagiano, rappresenta lo stato della sanità siciliana con aggettivi e numeri ben lontani dai proclami dell’ex assessore della Sanità del governo tecnico presieduto da Raffaele Lombardo, Massimo Russo. Di seguito i punti salienti della relazione dell’onorevole Palagiano:
primo: l’indebitamento complessivo della sanità siciliana ammonta, per il 2011, a 4.444 milioni di euro e in gran parte fa riferimento all’esposizione per acquisto di beni e servizi pari a 2.356 milioni, in aumento di 757 milioni rispetto al 2008.
Secondo: sproporzionate spese per il personale ed enormi debiti con i fornitori, che fanno sì che tra i bilanci delle singole aziende sanitarie praticamente nessuno risulti in pareggio. Per cercare di far quadrare i conti sanitari, la Regione non ha esitato, oltre che ad intervenire sulle addizionali fiscali, a far ricorso ai fondi Fas, fondi destinati alla crescita e allo sviluppo, non alla copertura della spesa corrente.
Terzo: l’accorpamento delle aziende sanitarie, che sono passate da 27 a 19, ha lasciato in sospeso, per le gestioni stralcio, debiti di milioni di euro ancora non iscritti in bilancio.
Quarto: tendenza crescente nel conferimento di incarichi e consulenze esterni, spesso non motivati da reale necessità, e inquietanti restano i numeri del personale sanitario, che conta complessivamente 50.000 unità – pari a circa più del doppio dei dipendenti regionali e pari a uno ogni 100 abitanti – per un costo complessivo di circa 3 miliardi. Tremila dipendenti per il solo 118, un’operazione che ha dato luogo a vertenze incrociate che vedono protagoniste Seus, Regione e Croce Rossa Italiana, per complessivi circa 90 milioni di euro. E per restare in tema di assunzioni dettate da esigenze politiche, arriva a ben 2.200 unità, come contestato dalla Corte dei Conti, il numero di medici e paramedici per i quali sono state avviate procedure di assunzioni a ridosso dell’ultima tornata elettorale, nonostante il blocco turn-over.
Quinto: mancanza di un database per verificare i prezzi unitari dei singoli beni e servizi, impedendo di verificare che una siringa abbia lo stesso costo a Catania e a Palermo. Ancora molte spese potrebbero essere evitate provvedendo a mettere in essere un sistema di controlli incrociati che verifichi il pagamento delle forniture, onde evitare quanto spesso accade, ovvero una doppia liquidazione. A fronte, d’altro canto, di un generalizzato, pesantissimo ritardo nel pagamento dei fornitori.
Sesto: omissione dell’obbligo di denuncia da parte degli amministratori e degli organi di controllo, che sarebbero tenuti a farlo. Su 823 istruttorie aperte, solo il 33% ha riguardato illeciti segnalati dall’amministrazione, mentre il restante è stato avviato in base a notizie stampa o su istanza di cittadini, sindacati e fornitori. Rispetto alla cifra complessiva delle istruttorie aperte, la cifra interessante riguarda la gestione del personale, che è all’origine del 26% delle richieste di danni: in generale si tratta di violazione del rapporto di esclusiva, esercizio abusivo della professione medica, intramoenia allargata e mancata fatturazione.

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Ditulis Oleh : k.c. Hari: 14:15 Kategori:

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