La malattia da reflusso gastroesofageo è in aumento tra chi esagera a tavola, tra i fumatori e tra chi fa troppa attività fisica. A dirlo è una ricerca condotta su settemila persone dall'Osservatorio Grana Padano che, dal 2006, indaga, con l'aiuto dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e un gruppo di specialisti, le abitudini alimentari e lo stile di vita dei pazienti visitati negli ambulatori.
«Una volta fatta la diagnosi di reflusso anche con indagine strumentale, Ph metria ed esame endoscopico per valutare eventuali lesioni a carico della mucosa, l'obiettivo delle cure è allungare il più possibile gli intervalli tra una crisi e l'altra - sottolinea Davide Festi, ordinario di gastroenterologia all'università di Bologna - i farmaci da soli non bastano, i pazienti si devono convincere ad eliminare cibi e comportamenti che stimolano l'acidità gastrica, è certo infatti che alcune condizioni possono mitigare o al contrario provocare il reflusso, come lo stress».
Negli ultimi tempi si è registrata un'impennata della patologia tra chi si dedica alla marcia e alla maratona senza un adeguato allenamento. «L'attività fisica fa bene se fatta con regolarità e con una progressione lenta dell'intensità e soprattutto non ci si deve improvvisare sportivi - ribadisce Festi - quanto ai comportamenti è importante lasciar passare almeno due-tre ore prima di mettersi a letto (sempre con il busto sollevato) o di fare attività fisica, mai chinarsi o piegarsi bruscamente».
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